Giffoni Valle Piana è famosa in Italia e nel mondo per il Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi. Ma merita una visita anche per il suo notevole patrimonio storico e ambientale. Come nel resto della zona anche qui i più antichi insediamenti umani di cui si ha notizia risalgono al Neolitico. I primi abitanti furono gli Ausonici che si fusero, intorno al VII-VI secolo a.C., con gli Osci. Anche Greci, Etruschi e Sanniti abitarono i Picentini, ma a lasciare il segno furono soprattutto i Romani che nel 268 a.C. sconfissero e deportarono i Piceni proprio nel territorio compreso tra Pontecagnano e Giffoni. L’ostilità dei Piceni li portò a schierarsi con i Cartaginesi contro i Romani i quali, battuto Annibale, decisero di distruggere nel 201 a.C. Picentia. La dominazione romana favorì la nascita di una fitta rete di strade per le comunicazioni ed il commercio e la nascita di casali, piccoli nuclei abitativi molto vicini tra loro. Le invasioni dei Visigoti di Alarico, nel 410 e dei Vandali di Genserico nel 456 spinsero le popolazioni a spostarsi sui monti. Il Medioevo è il periodo di massimo splendore dello Stato di Giffoni in cui rientravano Gauro di Montecorvino Rovella e Sei Casali grazie alla posizione strategica militare e commerciale di collegamento tra Salerno longobarda e il Sannio come testimonia il castello di Terravecchia, tanto da avere, nel 1272, lo stesso numero di abitanti del capoluogo, poco meno di 900. La Fiera di Santa Maria a Vico diventa una delle più importanti del territorio e tale resta per molti secoli sino alla decadenza dovuta al dominio spagnolo. Nel secolo successivo arrivano i frati francescani che costruiscono la Chiesa e il Convento di San Francesco dove venne traslata qualche anno dopo la Spina santa, cioè una delle spine della corona che cinse la testa di Gesù sulla Croce, oggi conservata nella chiesa dell’Annunziata. Grazie all’industria della lana, del rame e del ferro, Giffoni fu fiorente nell’industria e nei commercio tra il 1450 e il 1600 quando fu il centro anche di una importante scuola umanistica di cui fecero parte Giovanni Musefilo, il Linguito, Luca e Pomponio Gaurico, Renzo Marotta, Giovanni Battista de Rossi e nel 1531 diventa anche sede vescovile per breve tempo perché in realtà il primo vescovo non riuscì mai ad insediarsi per l’ostilità della diocesi salernitana. Poi la decadenza: vittima del brigantaggio a causa del gravame fiscale della seconda metà del ‘600, durante il regno Borbonico Giffoni, con i suoi 22 casali, fu uno dei 13 dipartimenti esistenti in provincia di Salerno. Nel 1800 assunse l’assetto attuale, dividendosi nei due comuni di Valle Piana e Sei Casali. Il nome si presta a varie interpretazioni: secondo alcuni deriverebbe da Junonis Phanum, per la presenza di un tempio dedicato a Giunone, secondo altri dal verbo greco foneo, nel significato di mandar suoni, secondo altri ancora da genus furis, ossia “terra di gente furfante e ribelle”. E’ tuttavia largamente accettata l’ipotesi secondo cui deriverebbe da un nome di persona. Ci sono invece pochi dubbi che “valle piana” si riferisca alla morfologia del territorio. Se si è alla ricerca di un luogo in cui alternare le visite culturali al relax in un ambiente incontaminato, allora Giffoni Valle Piana è l’ideale in qualsiasi periodo dell’anno. Qui, infatti, è possibile passeggiare tra boschi di faggeti, oltre i 1000 metri di altezza, di latifoglie, tra i 500 e i 1000 metri, e nella macchia mediterranea, fino a 500 metri, e incontrare la “grotta dello scalandrone” e la “Miniera d’Ittiolo”, primo insediamento industriale dell’Italia Meridionale. Intorno s’innalzano i Monti Picentini, tra cui L’Accellica, da cui sgorgano le principali sorgenti della zona che hanno consentito nel ‘900 la creazione della prima centrale elettrica, e il Lieggio, dove secondo la leggenda sarebbe stata ritrovata l’antica immagine della “Madonna di Carbonara” da cui prende il nome l’omonimo santuario. |