Dal tornante della SP 25, un sentiero con un ponticello attraversa un ruscelletto e dopo pochi metri raggiungono i ruderi di un opificio industriale che una volta serviva all’estrazione dell’ittiolo: questo è un unguento che si ottiene dagli scisti bituminosi ricchi di depositi fossiliferi ittici e che viene utilizzato per la sua azione antisettica. La natura fossilifera degli strati della zona era nota fin dai primi dell’ottocento e fu oggetto di diverse attenzioni per un possibile sfruttamento industriale nonché di studi paleontologici da parte di Costa. Le miniere per l’estrazione della preziosa sostanza funzionarono nella prima metà del novecento, fin quando la diffusione del mercurio cromo provocò il declino dell’ittiolo. Le testimonianze rimaste di quest’attività di estrazione sono oggetto di un piano di recupero da parte del Comune di Giffoni Valle Piana. Dall’opificio, il sentiero risale sempre agevole e ampio per un pendio verso est, notando una breve galleria che si apre accanto al sentiero. Al Varco del Patanaro o di Cerasole, parte sulla sinistra il sentiero 169A che consente di raggiungere in breve le gallerie principali delle miniere (vedi descrizione 169A). Il nostro sentiero continua piegando a destra, dove si trova un Casone di servizio delle miniere, recentemente ristrutturato. Superato il Casone, il sentiero prosegue verso est meno ampio ma sempre agevole, rimanendo sempre a mezza costa fino al valico denominato Porta di M. Diavolo. Il Vallone del Pagliariello, che qui confluisce da destra, è percorso dal sentiero 170. La dorsale che si stacca sulla destra, perpendicolarmente al nostro sentiero, viene aggirata dal sentiero 169B, che conduce al belvedere dei Monti Licinici e può essere parzialmente utilizzato per l’ascensione della cima principale di Punta di Tormine. Infine, il nostro sentiero piega leggermente a sinistra in discesa nel versante settentrionale che dà sulla Valle del Sabato. Ben presto, sulla destra del sentiero possiamo trovare la sorgente dell’Acqua delle Radiche. Più in basso, il sentiero termina su una sterrata che proviene dalla stradina di fondovalle del Sabato. La seguiamo verso destra per circa 10 minuti, fin dove termina in un ampio castagneto. Da qui, risaliamo un valloncello sulla destra che conduce al Varco del Pistone. Questo, pur essendo il valico più basso sulla dorsale dei Picentini tra l’Accellica e i Monte Mai, è rimasto libero da strade. Dal versante meridionale, il valico può essere raggiunto dal sentiero 171, che risale tutto il Vallone dell’Infrattata da Giffoni Valle Piana. E’ da notare che L’IGM posiziona il toponimo in modo generico senza attribuirlo ad uno dei diversi valichi che si aprono su questo tratto di cresta. Il nostro sentiero, invece, piega a sinistra rimanendo in quota su una traccia boscosa. Ad un certo punto, si scende leggermente tra felci e si raggiunge un ruscelletto con fontana. Dall’altro lato, dopo un centinaio di metri, il sentiero attraversa un’ampia valletta quasi integralmente ricoperta di ferule. Più oltre, prosegue in forma di stradina che risale dolcemente fino al Varco dell’Arena, dove si innesta sul S.I. Questo da un lato conduce a Casa Rocchi nella Valle del Sabato e dall’altro ai Piani di Giffoni, ai piedi dell’Accellica.